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Ho visto giocare il più grande – L’onore del Campione

Ok, cerchiamo di riordinare le idee.

Questo 4-1 0-40 forse non rimarrà nella memoria come quell’altro punteggio che non voglio nemmeno nominare, ma poco ci manca. Certo, la partita sarebbe stata ancora lunghissima, ma con il primo set in cascina, magari per 6-1, chissà cosa sarebbe successo.

Invece no. Nonostante i 26 vincenti contro i soli 10 del suo avversario e con le statistiche quasi interamente dalla sua parte, Roger si vede soffiare ancora una volta il set. Vi ricorda qualcosa tutto ciò?

Lasciamo stare.

Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia. E a dirla tutta, il Re a questo match poteva benissimo non arrivarci neppure se analizziamo i match vinti contro Millman e Sandgren…

Tutto vero.

Ma che emozioni ci ha regalato ancora Roger in queste settimane? Che cuore ci ha mostrato! In campo ha messo ancora tutto il suo incredibile spirito che l’ha portato fino all’ennesima (non mi ricordo nemmeno quante siano davvero) semifinale di uno slam. Quello spirito che non ti fa mollare mai, neanche quando tutto sembra finito. Quella forza che ti fa andare avanti anche quando sei su una gamba sola a dover fronteggiare 7 match point.

Lo spirito del Campione. Della Leggenda.

Tutto quello che abbiamo appena visto sarebbe già di per sé straordinario se a compierlo fosse un tennista nel pieno della sua carriera, un NextGen magari ancora in cerca del primo grande successo, e non un “anziano signore” plurititolato a cui fra qualche mese toccherà soffiare su ben 39 candeline.

Roger – come da sua stessa ammissione – ha già ottenuto molto più di quanto si sarebbe mai augurato.

Potrebbe benissimo godersi il successo planetario, la sua aura da icona sportiva, fare soldi con le esibizioni e gli sponsor, e piantarla di correre dietro ad una pallina scagliata da giocatori che sono quasi sempre di una decina di anni più giovani di lui (se non anche una ventina, a volte).

Potrebbe evitare di disputare match importanti come quello di oggi in evidenti condizioni di difficoltà fisica, con i fastidi muscolari che gli impedivano di muoversi agilmente sul lato del dritto. Potrebbe evitare di raccogliere delusioni, spesso cocenti, ma non lo fa. Perché?

Perché Roger – dopo più di vent’anni di attività professionistica, durante i quali ha sfidato avversari di 4 decadi (!!!) differenti – riesce ancora a dare spettacolo, riesce a insegnare il Tennis, a disegnare traiettorie antigravitazionali che ci fanno ancora sobbalzare. Riesce a ispirarci.

Perché in precarie condizioni di forma è ancora in grado di raggiungere le semifinali degli Australian Open e, per la prima ora di gioco, mettere sotto il numero due del mondo.

Il Federer di questi anni, lo sappiamo, non potrà più essere quello di dieci anni fa, quella macchina peRFetta che dominava il circuito, che schiacciava gli avversari ancora prima che scendessero in campo. Questa ne è per forza di cose una versione millesimata, “invecchiata” meticolosamente e riservata ai veri intenditori che la sanno apprezzare gustandola con attenzione.

E allora godiamoci tutto questo spettacolo fin che c’è.

Lo so che lo diciamo sempre e non riusciremo mai a farlo davvero (io in primis), ma cerchiamo di non pretendere più niente e vedere cosa succede. Godiamoci i controbalzi, le demivolée, le smorzate e non arrabbiamoci se non riesce sempre ad essere lucido in ogni situazione. Magari riuscirà a collezionare un’altra perla, magari no.

Ma l’ho già detto in un’altra occasione: io ho visto giocare il più grande tennista di tutti i tempi, il GOAT. E per questo sono felice.

Alla fine non conterà il numero di titoli che avrà messo in bacheca.

Conterà quello che ci ha fatto vivere.

R

Un commento su “Ho visto giocare il più grande – L’onore del Campione

  1. Sono felicissima di averlo visto giocare a pochi metri da me, tante volte 🇨🇭Grazie ROGER ❤️

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