Dopo il match con Gasquet che è stato poco più di un allenamento, Roger in conferenza ha confermato di sentirsi bene e di essere contento di aver fatto ritorno sulla terra battuta.
Roger Federer, al rientro dopo 1091 giorni di assenza dalla terra rossa, non ha deluso le aspettative dei tantissimi fan presenti alla Caja Magica e, grazie anche ad un Richard Gasquet non al meglio della forma, ha dominato l’incontro in appena 52 minuti, approdando così al terzo turno del Masters 1000 madrileno col punteggio di 6-2 6-3.
Buone le sensazioni dal campo, anche se un po’ di ruggine negli spostamenti si è vista soprattutto durante gli scambi più prolungati. Come ha detto Riccardo Piatti qualche giorno fa, “sulla terra muoversi bene è molto importante, bisogna avere giusto bilanciamento tra difesa e attacco e in questo Roger è maestro“. Certo, ma dopo tanta assenza ci vuole un po’ di tempo.
Queste le parole di Federer nell’intervista sul campo dopo il match:
“Sono felice di essere qui. Ho saltato il rosso per un bel po’, quindi è un ottimo rientro. È una notte speciale per me. Devo dire che sono stato calmo tutto il giorno. A volte può essere snervante aspettare l’incontro per tutta la giornata perchè hai molto tempo per pensarci, ma oggi ho iniziato a sentire i nervi solo quando abbiamo iniziato a parlare della tattica da usare contro Richard, che mi aveva già battuto un paio di volte sulla terra. Allenarsi non è mai come giocare la partita. Ero un po’ nervoso ma poi mi è passata, ho giocato un buon match. Sono contento di essere partito bene, quello mi ha aiutato.”
Dopo il match, in conferenza stampa il Re ha confermato la sua soddisfazione. “Sono molto felice di essere tornato a giocare su questa superficie”, ha dichiarato. “L’ovazione della folla è stata incredibile, ho fatto la scelta giusta. La prima partita è andata bene: sapevo che Richard non fosse al suo miglior livello, ma per me è stato un incontro positivo”.
“Non credo che ci si stanchi particolarmente qui a Madrid, le condizioni sono abbastanza veloci. Si possono accorciare gli scambi, ma è pur sempre terra, ci sono dei cattivi rimbalzi, quindi bisogna chiedersi se valga la pena di rischiare. Non è sempre semplice colpire in anticipo, ma sono contento di come ho giocato”, ha continuato.
Federer ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno portato a prendersi una pausa così lunga da questa superficie. “Nel 2016 ero a Parigi e stavo provando di tutto per tornare in forma, è stato un periodo frustrante per me. Lasciai Madrid perché avevo un ginocchio molto gonfio e giocai a Roma con forti dolori sia alla schiena che allo stesso ginocchio. La decisione è stata presa per la mia longevità, per la mia salute e per la mia famiglia.” E, visti i risultati, non possiamo che dargli ragione. “Il 2017 é andato molto bene – ha proseguito Federer –, quindi ho pensato di rispettare lo stesso programma nel 2018. Non mi è mancato giocare sulla terra perché mi sono divertito molto a casa con i miei figli. Quest’anno sentivo che saltare questa parte di stagione non sarebbe stata la scelta giusta, l’avrei sicuramente rimpianto. Il problema al ginocchio è abbastanza lontano, quindi è bello essere di nuovo in grado di competere sulla terra ed oggi ad essere sincero mi sono divertito molto negli scambi a scivolare da una parte all’altra”.
Quando si parla di terra rossa, non si può non nominare Nadal, che oggi se la dovrà vedere col giovane Auger-Aliassime. Una eventuale finale tra le due leggende sarebbe il sogno di Tiriac e di noi tutti, non ci nascondiamo. “In finale con Nadal? Mi piacerebbe, significherebbe innanzitutto che sono in finale. Non ho avuto la possibilità di batterlo negli ultimi tre anni sulla terra. Ricordo di aver giocato una grande finale contro di lui a Madrid nel 2009, anche se sapevo fosse molto stanco. Se dicessi che non vorrei affrontarlo sul rosso allora sarebbe un errore essere qui. Lui è il metro di paragone per tutti noi giocatori. Mi piacerebbe davvero giocarci di nuovo sulla terra, sarebbe una sfida difficile ma affascinante”.
Federer ha poi concluso la conferenza parlando del Roland Garros. “Parigi sarà totalmente un’altra storia. Poi aggiungiamoci delle condizioni più fredde e magari della pioggia. Bisognerà giocare in modo diverso, con un approccio differente anche dal punto di vista mentale rispetto a qui che è quasi da superfici veloci. Spesso qui ti basta il servizio per restare nel set, cosa molto più difficile da fare con continuità al Roland Garros. Anche le palline saranno diverse, l’altitudine, e molti altri fattori. Dovremo vedere.“
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