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Provaci ancora, Roger

Sorteggiato il tabellone degli Australian Open: partenza a fari spenti per Federer, che non ha ancora disputato un torneo dall’inizio della stagione.


L’idea dell’assenza di Federer è un fantasma che conosciamo bene. Non solo perché è dal compimento dei trenta che i rumors di fondo sul ritiro ci tengono compagnia come il mormorio di un fiume proprio sotto la nostra finestra – non ci dà più neppure fastidio, ci siamo abituati e quasi affezionati – ma soprattutto perché la volontà di posticipare per quanto possibile l’inevitabile, l’addio vero, ha spinto il nostro Re a scegliere una programmazione che contemplasse lunghe pause rigeneranti.

E così, dopo aver trascorso questi questi ultimi 3 anni alternando il gioco a lunghe attese, tra incredibili trionfi e delusioni cocenti, siamo giunti fino al 2020. Un nuovo decennio… e lui che doveva ritirarsi dopo le Olimpiadi del 2012 è sempre lì. Prima di ogni rientro c’è la stessa curiosità della mattina di Natale di quando eravamo piccoli e i regali ci attendevano sotto l’albero. C’è anche un po’ di timore, ma prevale il senso di privilegio: checché ne dicano tutti quelli che, interpellati o meno, si sentono in dovere di pronunciarsi sui suoi cali, sul suo ritiro, sull’impossibilità di vincere altri slam e via dicendo, la verità è una sola, averlo ancora in campo è una fortuna per tutti, anche per gli altri tennisti che vedono in lui un’ispirazione su come si possa competere e migliorare ad ogni età.

Roger ha partecipato insieme agli altri big al Rally for Relief

Il probabile cammino australiano

Oggi l’incognita è totale. Non ci sono stati infatti, come invece era successo negli anni passati, Hopman cup o Atp cup per lui, nè – per scelta – tornei preparatori.

Il sorteggio non è tremendo, anche se comprende alcuni scontri che personalmente mi dispiacciono un po’, con giocatori simpatici. Primo turno con l’americano Johnson, numero 81 del ranking e vincitore di 4 titoli in carriera, incrociato e battuto soltanto due volte. Al secondo dovrebbe esserci Krajinovic (che se la vede con un qualificato ancora da definire), 3-0 i precedenti, tutti in tornei che hanno visto Roger in finale (e due volte vincitore).

Poi dovrebbe esserci Hurkakz, un’insidia da non sottovalutare, un giocatore in crescita affrontato e battuto soltanto una volta a Indian Wells 2019. Agli ottavi probabile scontro con Shapovalov o al limite il nostro Yannik Sinner, che ha zero esperienza sui cinque set, ma che potenzialmente potrebbe arrivarci.

I quarti di finale, fatte le dovute proporzioni, propongono in teoria il più abbordabile dei primi otto, cioè Matteo Berrettini, oppure Fognini o Borna Coric che, contro Roger, sfodera sempre il meglio di sè.

In caso di semifinale è quasi scontato lo scontro senza età con Novak Djokovic che, sebbene abbia la solita autostrada fino agli ottavi, nei quarti potrebbe vedersela con Tsitsipas. Mentre per la finale oltre al solito Rafa si candidano Medvedev e Thiem, che però hanno qualche mina vagante più consistente fra i piedi: dall’indecifrabile Kyrgios a Rublev, al big server Isner, oltre a Wawrinka, Zverev e Tsonga.

Il Re è arrivato presto a Melbourne per allenarsi sul campo Rod Laver Arena

Sulla carta sembra dunque che la parte alta possa riservare più sorprese, mentre sotto abbiamo un bel vuoto dalla parte di Djokovic e un percorso a difficoltà graduale e crescente dal lato di Roger. Detto che poteva andare peggio, adesso è il momento più bello, quello di lasciar parlare il campo. Federer non è tra i favoriti, il che probabilmente a lui non dispiace affatto: ha abbastanza esperienza per sapere che quando nessuno ti aspetta si creano le condizioni ideali per piazzare la zampata.

La magia degli Australian Open è davvero speciale, anche per via degli orari sbilenchi a cui siamo obbligati. Quest’anno però il pensiero degli incendi avrà giustamente la precedenza sul gioco e sui risultati in sé e per sé. Sulle condizioni pratiche e sui rischi di salute non posso esprimermi, non ne ho gli elementi né la competenza, posso solo augurarmi che vengano prese le decisioni migliori. Però sono certo che se il tennis deciderà di andare avanti, lo farà con il giusto spirito, cogliendo l’occasione per aumentare l’attenzione sugli incendi e sulle problematiche connesse. Oltre ai fondi raccolti, che sono già un grande esempio di solidarietà, le testimonianze dei giocatori entreranno nelle nostre case e ci aiuteranno a non chiudere gli occhi di fronte a ciò che sta succedendo del nostra pianeta.

Roger, che ha oltretutto promesso di chiarire la sua posizione rispetto ad alcune critiche gli hanno mosso gli ambientalisti, farà come sempre la sua parte.

E noi, come sempre, non vediamo l’ora che lo spettacolo cominci.

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