Rassegna stampa di mercoledì 5 giugno 2019
Il regalo di Roger (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
E’ la mano di dio che addomestica il passante di dritto di Stan e con una volée di rovescio che spezzerebbe le vertebre a qualunque mortale deposita oltre la rete un confetto imprendibile. E la mano del cielo, sempre benevolo con il figlio prediletto, a invelenire un’altra volée di rovescio spedendola beffarda e irraggiungibile nel campo dell’altro svizzero. Con il primo punto, Federer ottiene il minibreak iniziale che indirizza dalla sua parte il tie break del terzo set; con il secondo, annulla una palla break sanguinosa nel decimo game del quarto set, che restituirebbe vita a Wawrinka dopo un match point già sprecato dal Divino. E così, quattro anni dopo l’ultima apparizione parigina, guarda caso segnata da una sconfitta contro Stanimal, e sette anni dopo l’ultima semifinale, Roger si prende la più dolce delle rivincite e si riscopre di nuovo tra i migliori quattro nel tempio della terra. […] C’è gloria per tutti, insomma, al culmine di una partita intensa e a tratti feroce, a cui non nuoce neppure la pausa di un’ora per un nubifragio improvviso. Wawrinka, reduce dalle fatiche dei turni precedenti e dalle oltre cinque ore con Tsitsipas, spinge costantemente per accorciarne gli scambi e dunque Roger deve affidarsi al genio e alla fantasia per non essere schiacciato dall’aggressione, scendendo a rete sessanta volte. Potrebbe chiuderla prima, il Maestro, se sfruttasse al meglio le palle break che si procura a grappoli, ben diciotto: alla fine saranno appena due. Però basteranno per un’apoteosi inattesa: «Sono molto felice, dopo tanto tempo che mancavo dal Roland Garros sono andato oltre le mie aspettative». Soprattutto, camminando sulle acque insidiose della superficie per lui meno nobile, aggiunge un’altra pagina alla leggenda sua, del prossimo avversario e dello sport: venerdì infatti ritroverà Nadal, il re di questo palazzo. Il libro dei sogni si arricchirà del trentanovesimo capitolo (23-15 per lo spagnolo), e immaginarlo solo due anni fa, quando entrambi si erano appena rialzati dal letto di dolore con tanti dubbi e un futuro di ombre, oggi appare romanzesco. Federer ha vinto gli ultimi sei confronti diretti (con un ritiro), ma sulla terra non ci gioca da Roma 2013 e soprattutto è sotto 11-2 nei precedenti, con le uniche vittorie datate 2007 a Amburgo e 2009 a Madrid. A Parigi, il bilancio è cinque vittorie a zero per Rafa (quattro finali e una semifinale). Eppure non possono essere gli aridi numeri a togliere cuore, passione e aura mitologica a una delle più grandi rivalità della storia: «Quando ho deciso di tornare a giocare il Roland Garros – confessa Roger – l’ho fatto anche perché desideravo di nuovo un’opportunità per affrontarlo su questi campi». Consapevole, insieme al nemico più amato, di aver costruito una leggenda che non morirà mai: «Quando ti trovi di fronte Roger – gli replica l’altro – sai che il livello che hai tenuto nelle altre partite non basterà e dovrai migliorare ancora. Io sinceramente non credo sia tornato per me, ma perché sente di essere ancora un giocatore molto competitivo anche sulla terra. Sarà una bella sfida». […]
Roger vince, Fabio n. 10 (Daniele Azzolini, Tuttosport)
In certe occasioni i canoni dell’investitura risultano fondamentali. Valgono da soli più del messaggio di cui sono portatori, e più solenne è il contesto, più alto risuona il tributo a chi è stato chiamato al soglio di una nuova vita. E dite, esiste nel nostro tennis momento più alto di un ingresso tra i primi 10 su espresso invito del Più Grande fra tutti? È il giorno di Roger Federer e di una delle sue vittorie più importanti. Ed è il giorno di Fabio Fognini, finalmente Top Ten proprio grazie al successo di Roger su Stan Wawrinka. […] Un incanto di match, quello fra Federer e Wawrinka. Condotto su quel sottilissimo confine che divide la realtà dalla fantasia, in una dovizia di colpi così spettacolari che in questo torneo così aspro, poche volte si erano visti. Wawrinka è Stan the Man, l’uomo che ce la mette tutta, ha la maglia madida di sudore che gli si appiccica alle forme non del tutto atletiche. Ma Federer il Più Grande, ha una risposta a tutto. Ribatte colpo su colpo le poderose legnate dell’amico, sparge per il campo le sue prodezze, e sono smorzate che non ti aspetti, recuperi portentosi, cambi improvvisi di marcia, attacchi in controtempo. Non suda lui. Ed è fantascienza, in una giornata cupa e afosa, da 29 gradi senza sole. Giocano talmente bene, i due, da rendere invidiose le divinità del tennis. […]
Federer e Nadal, è terra rovente (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)
In quella volée di rovescio in allungo, a ribattere al di là della rete un dritto al fulmicotone di Wawrinka, c’era tutta la voglia di un uomo di quasi 38 anni di sovvertire le leggi del tempo, di confermarsi – per un giorno, un mese, un anno chissà – immortale, come tutti noi vorremmo che si mantenesse. Con quella prodezza aerea Roger Federer ha costruito il successo nel delicatissimo tiebreak del terzo set, decisivo per ottenere alla fine una vittoria molto sofferta contro l’amico Stan (3 ore e 35 minuti di battaglia, più un’altra ora di interruzione per l’acquazzone abbattutosi sul Roland Garros) e tornare dopo sette anni in semifinale al Roland Garros. Che il grande svizzero tenesse tanto a questo traguardo, lo si è capito quando lo abbiamo visto tentennare quando ha servito sul 5-4 del quarto set. Una palla valutata male e lasciata cadere ben prima della riga di fondo, due doppi falli (lui che non ne aveva ancora commessi) di cui uno sul secondo match ball. Alla fine ce l’ha fatta a vincere, con un’altra volée, questa volta di dritto, ed ora lo immaginiamo benedire i due giorni di riposo che lo separano dallo scontro di venerdì contro Nadal, il re indiscusso della terra battuta, il campione che – Federer lo tenga a mente – quando è arrivato alle semifinali di Parigi ha poi sempre vinto il torneo, ed è successo 11 volte. […] Il derby svizzero di ieri è stato a tratti molto bello: da una parte un Wawrinka in gran forma apparso molto simile a quel giocatore che nel 2015 vinse a Parigi battendo proprio Federer nei quarti e poi Djokovic in finale. Un atleta che solo undici mesi fa era precipitato, dopo l’intervento al ginocchio sinistro, al 263° posto della classifica e che sembra pienamente ritrovato per il grande tennis (lunedì sarà 190). Dall’altra un Federer a corrente alternata, apparso per due set e mezzo troppe volte in balia del suo avversario. Poco incisivo al servizio e sprecone nelle palle break (ne ha sfruttate solo 2 su 18), Roger si è scosso a metà del terzo, e dopo il successo per 7-6 ha vinto la quarta partita capitalizzando un break al nono gioco. […] Venerdì Federer e Nadal si ritroveranno di fronte per la 39ª volta (lo spagnolo è in vantaggio 23-15, 4-0 sulla terra parigina), 14 anni dopo la loro prima volta al Roland Garros. Spolverate il divano, lo spettacolo sta per (ri)cominciare.
Condivido tutto tre ottime firme del giornalismo sportivo,mi piace soprattutto che non traspare la loro preferenza…..in cuore c’è di sicuro.Dovrebbero essere così i telecronisti invece ……..ciao congratulazioni continuate così.Buon pomeriggio 👋👋👋🇨🇭
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