Un po’ di rammarico c’è. È inutile negarlo, ma oggi è diverso.
Quando perdi dopo aver avuto a disposizione due match point, ed aver assaporato il gusto dell’impresa, ti rimane sempre un bel po’ di amaro in bocca. Vero.
Ma oggi è diverso.
Altre volte abbiamo perso non avendo sfruttato match point. Mi viene in mente la sciagurata partita con Anderson a Wimbledon. Oppure la finale di Indian Wells con del Potro, ma non è proprio la stessa cosa. Non lo è neppure ripensando alla finale Californiana di quest’anno, sempre contro il buon austriaco.
Oggi è diverso.
Roger mancava sui campi argillosi da tre anni e nessuno sapeva cosa aspettarsi davvero. Ma lui ci ha stupiti un’altra, ennesima, volta. Il Divino, sceso sulla terra dalla sua posizione celeste, ha voluto darci un’altra dimostrazione di magnificenza tennistica.
Obiettivamente, prima dell’incontro, erano in pochi coloro che davano per favorito il Maestro. Ma sul campo, il match sarebbe potuto andare da un a parte o dall’altra. Pochi centimetri avrebbero fatto la differenza. Ma si sa, il tennis è uno sport così. A volte crudele. Sopravvissuto lui stesso a due palle match contro il molleggiato Gael Monfils, si è trovato contro Thiem a dover fronteggiare la medesima situazione. Ma è giusto sottolineare come non ci sia stato niente da recriminare, Dominic sulle palle decisive si è dimostrato freddo e concentrato, non ha concesso nulla.
Ma quello che è davvero importante non è il vincere o perdere, in questo caso. Il match ha dimostrato, ancora una volta, quanto il quasi trentottenne Maestro svizzero se la possa giocare con un avversario che, al momento, sembra essere l’unico in grado di contrastare l’egemonia di Rafa sul rosso. E soprattutto, Dominic è un avversario di 13 anni più giovani di lui.
“Ho passato una settimana fantastica, nonostante la sconfitta“, ha dichiarato dopo il match Roger. “Le ultime partite che ho giocato sono stati molto buone e, anche se è stato frustrante perdere oggi, avendo avuto due match point, nonostante questo piccolo passo indietro va tutto bene“.
“Mi è piaciuto venire qui. Penso di aver giocato bene tutta la settimana e ho dei bei ricordi“, ha aggiunto Federer.
Roger Federer sta bene sia fisicamente che mentalmente. Questo è quello che ci ha detto davvero il match di ieri. Lo conferma il fatto che abbia da poco confermato anche la sua presenza nel Masters 1000 nostrano, ai nastri di partenza già domani. Roger, sorteggiato nella parte di tabellone dell’amico Rafa, giocherà mercoledì, contro il vincente del match tra Tiafoe e Sousa.
La prossima sarà la sua 17esima partecipazione a Roma: dal debutto nel 2000, Federer ha vinto 32 dei 48 incontri disputati, sebbene non sia mai riuscito ad alzare il trofeo.
Ma non è questo l’obiettivo di Roger. Come non lo è nemmeno lo Slam parigino.
Il vero obiettivo è arrivare in salute alla stagione del “vero” tennis, quello dove tutto ebbe inizio.
La stagione sull’erba.
0 commenti su “Una sconfitta che non fa male. E ora andiamo a Roma.”