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100 DI QUESTI ROGER: “L’anno prossimo torno a difendere il titolo”

Gli aggettivi sono finiti. Dovremmo chiamare in causa l’Accademia della Crusca per coniare nuove parole che possano descrivere la grandezza di una carriera lunga ormai più di 20 anni. Roger Federer, a quasi 38 anni, arriva a quota 100 titoli ATP, e non accenna a fermarsi. E per questo non possiamo fare altro che ringraziarlo.


Sabato 2 marzo 2019 è andata in scena l’ennesima puntata di una saga lunga una vita.

A distanza di 18 anni da quel suo primo trionfo milanese – quando nel febbraio 2001 il giovane svizzero superò ai quarti e in semifinale due big come Ivanisevic e Kafelnikov, prima di liberarsi in finale del francese Julien Boutter – la Leggenda che risponde al nome di Roger Federer ha centrato quello che è il suo CENTESIMO trionfo in un torneo ufficiale.

E pensare che in quella finale di Milano il giovane Roger era molto teso. Aveva già perso due finali in precedenza, e giocava con l’ansia di chi non sa se riuscirà mai a portare a casa anche solo un titolo ATP. Ed ora eccoci qua, qualche ruga più tardi, a guardare indietro.

100 titoli si fa fatica persino a pensare di vincerli. Ma forse la testa di noi umani funziona diversamente da quella delle leggende immortali.

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Roger a quota 100, a soli 9 titoli da Jimmy Connors

C E N T O  T I T O L I.

Anche riscrivendolo forse non lo si comprende appieno.

A Dubai non era facile. Ma dopo i primi incontri in cui Federer ha faticato a ritrovare il suo livello di tennis, dalla semifinale con Coric si è rivisto il vero Re. Ed allora non c’è stata più partita per nessuno. Il tanto discusso “passaggio di testimone” non c’è stato. E non ci sarà.

Roger negli ultimi due incontri ha messo in mostra tutto il suo repertorio fatto di smorzate, colpi in controbalzo, demivolèe e botte di dritto in sventaglio da 150 km/h. E quando il tutto è supportato anche da un solido servizio, agli avversari non resta che raccogliere le briciole, nonostante questi abbiano la metà dei suoi anni.

Tagliare il traguardo dei 100 trofei stava iniziando a diventare un tarlo nella testa del Maestro ma, nonostante la pressione, Roger ha dichiarato di non esserne stato troppo influenzato durante il match: “Non ci ho pensato troppo ad essere onesto. Ero molto calmo e rilassato. In ogni caso, mi piace raggiungere questi numeri e stabilire nuovi record, devo essere sincero. La gente tende a ricordarsi solo degli Slam, ma io gioco per l’ATP la maggior parte del tempo. Il mio pensiero non è rivolto soltanto agli Slam e questi numeri sono lì a dimostrarlo. 

È stata una settimana elettrizzante per me, ero venuto qui per vincere. Non disputavo un match ufficiale dall’Australia, quindi sono felice dell’evoluzione del mio gioco, oltre al fatto di aver raggiunto quota 100 naturalmente. Credo di aver giocato il mio miglior tennis. Ho servito bene, ho mantenuto una percentuale elevata di prime e ho preso le decisioni giuste. Le partite al meglio dei tre set sul cemento sono sempre molto rapide, ho provato ad essere aggressivo e ci sono riuscito. Nel secondo set pensavo che avrei avuto più chance, ma sono rimasto concentrato e ho trovato il modo di vincere.

Le persone adesso mi chiedono se posso arrivare a 109 titoli. Vincere tornei non è così semplice, perché bisogna portare a casa almeno cinque match in cinque o sei giorni. Potresti giocare una gran settimana ma incappare in una semifinale durissima, per poi perdere in finale contro un giocatore più fresco di te. Ci sono molti fattori che concorrono: mentale, fisico, e anche l’evoluzione del tuo gioco con il passare dei round. Devi essere in grado di battere diversi tipi di avversari, non soltanto i big server o i regolaristi, ma anche i giocatori più aggressivi. E devi riuscire a farlo per più giorni consecutivi. In pochi sono capaci di fare questo durante l’anno. Non è facile”.

“100 è un traguardo speciale. Difenderò il titolo nel 2020”

A Roger è stato poi chiesto come festeggerà questo 100° titolo: “Non ho molto tempo a dire il vero. Vedrò il mio team, che è stato fantastico anche stavolta. Sono venuti anche alcuni miei amici qui. Mi divertirò un pochino. Poi andrò a casa e vedrò se i bambini dormono o sono ancora svegli. I festeggiamenti continueranno anche a Indian Wells un pochino.

Tennis, ATP Dubai - La finale tra Roger Federer e Stefanos Tsitsipas
Federer dopo aver battuto in finale Tsitsipas per 6-4 6-4 

Ma questo viaggio lungo 20 anni non è ancora finito.

Di momenti belli ce ne sono stati molti. Il Roland Garros 2009 è uno dei più speciali per me“, ha detto Roger. “Mi viene in mente poi Amburgo 2002, perché entrai in Top 10 battendo Safin in finale. Ci sono anche le vittorie a Basilea, che è il mio torneo di casa, o il mio primo titolo a Milano nel 2001. Ho provato emozioni stupende anche qui a Dubai nel corso degli anni”.

L’idea è di tornare l’anno prossimo. Questo è il piano. Non mi vedo giocare da nessun’altra parte che a Dubai in questa settimana dell’anno. Sono contento di tornare qui l’anno prossimo, mi piace molto il torneo. Ci sarò nel 2020.

La strada è stata lunga e tortuosa. Ricca di momenti indimenticabili e di delusioni cocenti.

Ma una cosa è certa: non ci ha ancora portato a destinazione.

 

Un commento su “100 DI QUESTI ROGER: “L’anno prossimo torno a difendere il titolo”

  1. È bello vederlo suonare a questa età e vincere. veramente lui è un li

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