Roger Federer demolisce senza troppi problemi il nipponico Nishioka per 6-2 6-2 6-4 e, in poco meno di due ore, vola al secondo turno degli US Open. Ma dobbiamo purtroppo notare come la tendenza al rallentamento dei campi quest’anno abbia colpito anche New York.
Quando Federer appare fuori dal tunnel dell’Arthur Ashe di New York, è sempre qualcosa di speciale. E anche la scorsa notte, infatti, a distanza di 10 anni da quando Roger riuscì ad alzare il trofeo per la quinta volta consecutiva, ad attenderlo c’era uno stadio tutto esaurito, ansioso di assistere al suo match di esordio degli US Open 2018.
E il Re, che non ha mai perso una partita al primo turno agli US Open in 18 partecipazioni, non ha deluso nemmeno questa volta. Certo, Nishioka non era avversario da temere particolarmente, ma nel tennis non si sa mai.

14 ace, 3 doppi falli, 67% di prime e 78% di punti realizzati con il primo servizio in gioco. Roger è sceso spesso a rete, vincendo 31 punti su 45 ed ha convertito 6 palle break su 15 avute a disposizione. 56 vincenti e 32 gratuiti (un po’ troppi) sono il risultato di 1 ora e 52 minuti di gioco, con i quali Roger ha rifilato un 6-2 6-2 6-4 al giapponese, approdando così al secondo turno dove giovedì troverà Benoit Paire.
“Per fortuna non ero troppo nervoso questa sera. Mi sentivo bene, sapevo di aver avuto una buona settimana di allenamenti e questo mi ha tranquillizzato”, ha detto Roger dopo l’incontro. “Quando esci sull’Arhur Ashe, senti che le persone sono lì per godersi lo spettacolo e divertirsi. Tutti vogliono esserci, è sulla lista delle cose da ‘dover’ fare. Ma sono soddisfatto di aver approcciato nel modo migliore ogni set, iniziando bene è poi più facile rimanere in controllo. Di fronte ai mancini bisogna sempre fare attenzione, sono felice di come ho giocato, Nishioka è molto veloce e sono contento di essere passato. È difficile giocare con questa umidità, ci dobbiamo ancora abituare, il battito non scende mai e si suda molto.”

In realtà il match non ha offerto grandi spunti di discussione, e per questo la prima domanda rivolta a Roger in conferenza è stata a proposito del suo “cambio” di racchetta. O meglio, del ritorno al passato.
“La racchetta all-black è identica a quella con le strisce bianche, solo che per gli US Open mi sembrava meglio usare questa, non so bene perché. New York in notturna, racchetta tutta nera. Ho sempre giocato bene con questa… non so spiegare… Anche l’altra è bellissima, infatti la userò ancora dopo la Laver Cup, visto che per quell’occasione ho qualcosa di speciale in serbo.”
E questa è quella che dovrebbe essere la sorpresa:
Parlando ancora della racchetta, si poi è scesi nel dettaglio analizzando quanto questo caldo possa anche influenzare la scelta dell’incordatura. “Si dovrebbe aumentare la tensione delle corde quando la temperatura è più alta. Soprattutto nei match diurni la palla rimbalza alta e le corde strette aiutano a controllarla meglio. In realtà gioco da una settimana con le stesse corde e non ho chiesto modifiche particolari, anche perché contro Nishioka siamo scesi in campo in notturna. Potrei farle stringere leggermente se dovessi giocare di giorno il prossimo match con Paire, ma senza distanziarmi molto dalla gamma scelta a inizio torneo“.
A Roger è stato poi chiesto quale ritiene essere la chiave del suo gioco. “Forse i piedi. Ho sempre pensato che il gioco di gambe sia molto importante per me. La chiave è essere esplosivo e veloce coi piedi. Sto lavorando bene con il mio preparatore atletico (Pierre Paganini ndr)”.
Infine, dobbiamo purtroppo notare come la tendenza al rallentamento dei campi quest’anno abbia colpito anche New York. “I campi mi sembrano molto lenti, forse l’Arthur Ashe è un pochino più veloce, ma su tutti ci sono rimbalzi particolarmente alti, specialmente su quelli di pratica. Credo che questo sia lo US Open più lento degli ultimi anni, che non è una cosa necessariamente negativa. Questo influisce sulle strategie, soprattutto nei match in notturna. Bisogna costruirsi bene il punto, se attacchi devi farlo con intelligenza. Di solito in questo modo vengono favoriti i giocatori più forti.”
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