Editoriali Varie tennis

Dopo un anno così, va bene tutto. Grazie Roger, ci vediamo sull’erba

Gennaio 2017.

Dopo mesi di stop e di paura di non poterlo più ammirare in azione, Roger rientra sui torridi campi dello Slam australiano da testa di serie numero 17. A quasi 36 anni, invece di salutare tutti, accomodarsi sul divano di casa e magari giocare coi suoi 4 figli, il Re decide di regalarci e di regalarsi ancora altre emozioni. “Grazie di essere tornato! Già questo ci basta”, si sentiva dire dai tifosi di tutto il mondo. “L’importante è rivederlo danzare sui campi”, oppure “Ci ha già dato tutto, godiamoci solo lo spettacolo”, si diceva.

Ma a lui non bastava. È arrivato in finale. Contro Nadal.

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Non importa se non vincerai mai il 18° Slam, grazie lo stesso!

Invece, come tutti sappiamo, Federer ci ha regalato una delle più incredibili partite degli ultimi 10 anni di tennis. Con testa, cuore ed un gioco spettacolare ha rimontato il rivale di sempre quando la partita sembrava ormai persa.

Grazie. Non ti chiederemo più niente“. “Tutto ciò che arriverà da ora in poi sarà solo un extra”.

Poi, a marzo, sono arrivate altre incredibili prestazioni ad Indian Wells. Con quella nuova mentalità e quel nuovo rovescio che ha preso Nadal di nuovo a pallate.

Immenso Roger!”, “Grazie infinite!”.

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Si va a Miami.

Il nostro Re demolisce tutti quelli che incontra sul suo cammino, e vola ancora in finale. Di nuovo contro l’amico/nemico Nadal.

Roger, grazie per tutto ciò che ci regali”, “Un ultimo sforzo, poi basta. Non ti chiediamo più niente”.

Non c’è storia. Ancora distrutto Rafa. Federer conquista per la terza volta in carriera il Sunshine Double, a distanza di 11 anni dalla precedente. La storia è riscritta per l’ennesima volta. Leggenda infinita.

E siamo solo a marzo. Sono passati solo tre mesi dall’inizio dell’anno.

A quel punto Roger decide di prendersi una pausa, ci si rivedrà sull’erba.

Dopo aver regalato la partita d’esordio al suo amico Tommy Haas con match point a favore sui prati di Stoccarda (“Ma come si fa a perdere cosi?!” si inizia a sentire in giro…), Roger rientra, centrato di testa, ad Halle. Siamo a giugno 2017.

Nel giardino del Gerry Weber Open il Re lascia solo 4 game al prossimo predestinato di turno, impartendo una vera e propria lezione di tennis al giovane Zverev, e alza così il trofeo tedesco per la nona volta. 92esima in carriera.

Grazie ancora infinito campione!”, “Dai che ora c’è Wimbledon!”, “Ancora solo uno!

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Luglio 2017.

Siamo finalmente arrivati a quello che doveva essere il vero e unico obiettivo della stagione, i Championships di Wimbledon. Il Tempio del Tennis. E i tifosi sono unanimi: “Ancora l’ultimo, poi basta.”

Roger avanza nel torneo fino alla finale senza perdere nemmeno un set, mettendo in mostra un tennis spettacolare, forse migliore di quello degli anni del dominio.

In finale è il tripudio. Ancora zero set persi ed il DICIANNOVESIMO Slam è in bacheca.

Federer ha riscritto ancora la storia!”, “Leggenda infinita”, “È lui il GOAT”. “Grazie Roger, hai tramutato in realtà anche i nostri più avventati sogni. Ora non ti chiediamo più niente, davvero”.

Ma siamo ancora a Luglio.

Come se non bastasse, sono poi arrivati i trionfi anche a Shanghai (demolito ancora Nadal) e a Basilea. Roger ha nel frattempo compiuto i 36 anni ma si muove sul campo ancora come un ragazzino.

Il 2017 finisce con la semifinale al Master di Londra. È stata una stagione indimenticabile, sapevamo già che sarebbe stata praticamente impossibile da ripetere.

Gennaio 2018.

Quest’anno non ti chiediamo niente. Vogliamo solo vederti giocare”, “Grazie di tutto lo stesso”.

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L’impensabile, invece, accade. Agli Australian Open, Roger Federer alza al cielo il VENTESIMO trofeo del Grande Slam. Nessuno è come lui. Nessuno lo sarà mai. Durante il discorso di premiazione, sgorgano le lacrime dal suo volto: “Siete voi ragazzi, voi che riempite gli stadi, voi che mi fate emozionare, voi che mi spingete ad allenarmi ogni giorno… grazie di tutto”. E le sue lacrime sono le nostre.

Febbraio 2018.

Ma per Roger tutto ciò non era ancora abbastanza. A pochi giorni dal trionfo di Melbourne, il Re decide di partecipare al torneo di Rotterdam e dare l’assalto ad al numero 1, per sbriciolare un altro record e diventare il più anziano dominatore della classifica ATP di tutti i tempi.

Credo che tornare numero 1 significherebbe molto per il mio team, per la mia famiglia, per i miei fans e per tutti coloro che mi hanno supportato così tanto lungo il cammino. Comunque, il mio rientro dal 2016 è stato talmente incredibile che siamo davvero già contenti di come sia ora. Ma voglio provarci.

Il 16 febbraio, Roger Federer, a 36 ANNI e 195 GIORNI, torna numero 1 della classifica mondiale dopo 2049 giorni dall’ultima volta. È record.

Poi Roger finisce addirittura per vincere il torneo. I titoli ATP diventano 97. Le settimane da numero uno arriveranno matematicamente a 306.

Grazie ancora per tutto ciò che fai, saremo sempre al tuo fianco!”, “Siamo davvero fortunati ad essere nati nella stessa era di Federer”.

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È passato meno di un mese. Roger è in finale ad Indian Wells pur non giocando il suo miglior tennis. Dopo aver perso il primo set contro un Del Potro in grande forma, Federer ha lottato ed ha rimontato il risultato arrivando fino al 5-4 40-15 nel terzo. Ha avuto tre match point. A quel punto forse ha sbagliato, è vero, e sappiamo tutti come sia finita la partita.

Iniziano a sollevarsi i soliti mugugni. “Non è più quello dell’anno scorso”, “Nadal o Djokovic non avrebbero perso queste partite”, “Federer non ha la testa”.

Mi chiedo se qualcuno di questi pseudo tifosi abbia mai giocato a tennis.

Nonostante la sconfitta, Roger ha comunque conquistato i punti necessari per restare numero uno ancora una settimana. Siamo a 307 complessive. Infinito.

Dopo aver disputato la finale in California la domenica pomeriggio, Roger dorme 5 ore ed il lunedì mattina è sulla pista pronto a decollare verso Chicago per i suoi impegni con la Laver Cup. Sta a terra 4 ore, poi riparte verso Miami.

Martedì ricominciano gli allenamenti.

Sabato, dopo aver raggiunto già tutti gli obiettivi della stagione (ed anche di più), contro Kokkinakis gioca male e succede quello che succede.

Dal carro del vincitore cominciano a scendere quei tifosi che non avevano esitato però a saltarci sopra fino a qualche giorno prima. “Non si può giocare così!”, “È lento, si muove male”, fino al più classico “È finita la sua epoca”.

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Ma siamo seri! Dopo un anno irripetibile, Roger Federer a quasi 37 anni ha avuto il migliore inizio di stagione di sempre, ha vinto uno Slam, un ATP500, è arrivato in finale in un ATP1000 ed è tornato numero 1 del mondo. In tre mesi ha fatto molto di più di quanto potranno mai fare la maggior parte dei tennisti in una carriera intera. Cosa gli vogliamo chiedere ancora??

È stato un calo fisiologico di concentrazione, di tensione. Il tennis di Roger, arrivato a questo punto, deve essere sempre motivato dal raggiungimento di un qualche obiettivo eccezionale. Non deve più dimostrare niente a nessuno, nemmeno a se stesso. Il Re non giocherà più tanto per giocare, l’ha dichiarato molte volte. Lo farà solo quando sarà sufficientemente pronto e, soprattutto, motivato.

Per questo, la sua decisione di saltare completamente la stagione sul rosso, compreso il Roland Garros, è totalmente condivisibile e giusta. “Ho bisogno di una pausa piuttosto lunga. Devo rigenerarmi, per poi sottopormi ad un ciclo intensivo di allenamento. Ho molto lavoro da fare. A questo punto della stagione, preferisco dosare bene le forze, mi sembra più saggio. Ecco perché rinuncio alla stagione su terra. Aver ceduto il trono mondiale non ha alcun peso in questa scelta, sono decisamente altri i fattori che devo tenere in considerazione.

È incredibile ma qualcuno ha avuto addirittura il coraggio di criticare questa scelta. Ritengo che Federer, dopo tutto quello che ha fatto, non si meriti dei tifosi del genere. Siete pregati di scendere dal carro e di salire su quello di qualcun altro.

Per tutti gli altri, ci vediamo sul verde.

C’mon King!

Un commento su “Dopo un anno così, va bene tutto. Grazie Roger, ci vediamo sull’erba

  1. Giusto ! Sono profondamente d’accordo su quanto espresso nell’articolo.
    Noi fedelissimi di Re Roger saremo sempre al suo fianco ! Anche se ogni tanto soffriamo troppo nel vederlo cedere ad avversari che realisticamente non sono nulla più che discreti giocatori.
    Perdere la finale con Delpo ci sta assolutamente ma perdere con Kokki …..no, non si può digerire facilmente !
    Però mi è bastata quella voleè da dietro la schiena…..il resto è 0. Lui è Lui e gli altri sono il contorno.
    D’altronde a tennis non si può giocare da soli. Però…..con un muro a specchio …?
    Walter

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