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Miami: Roger va a caccia del 98° titolo

Archiviata la delusione della finale persa contro Del Potro, non c’è tempo nella vita di Roger Federer per fermarsi a pensare. E così, dopo aver fatto tappa nella città ventosa per promuovere la “sua” Laver Cup, il Re è sceso subito sui campi del Miami Open ad allenarsi per conquistare quello che potrebbe essere il novantottesimo titolo della sua carriera. E dopo aver tenuto la solita conferenza stampa pre-torneo, domani farà il suo debutto contro il giovane Thanasi Kokkinakis.


La cosa bella del circuito ATP è che, dopo una sconfitta, si ha subito l’occasione di voltare pagina e rifarsi con un altro torneo. E questo è proprio il caso di Federer.

La finale persa con Del Potro, con quei 3 match point a favore, probabilmente sarebbe stata molto più dura da digerire se ci si fosse fermati a rimuginare su che cosa si sarebbe potuto fare di diverso, su quella palla comoda a metà campo, invece di quella smorzata mal riuscita di rovescio.

Invece, dopo un match come quello di domenica, Roger ha dormito solo cinque ore e alle prime luci dell’alba era già sulla pista di decollo del Jacqueline Cochran Regional Airport a Thermal, a breve distanza da Indian Wells, in compagnia del suo manager Tony Godsik e del fido coach Severin Luthi, pronti per volare alla volta di Chicago per promuovere la prossima edizione della Laver Cup.

La vita di Roger, se non fosse frenetica, non sarebbe la vita di Roger. Per lui è sempre stato così”, ha detto Tony Godsick al NY Times. “Si sarebbe comunque svegliato presto oggi, ha quattro bambini e si devono ancora adeguare al cambio di ora dall’Europa. Doveva anche andare a Miami. Siamo molto attenti ad ottimizzare gli impegni ed il tempo, perché lui non ne ha molto a disposizione. Questa è una piccola deviazione di 4 ore, di sicuro è dura, ma ci sono cose peggiori”.

Così, dopo aver adempiuto a tutti gli impegni del caso, mangiato pizza, aver incontrato Scottie Pippen, Bastian Schweinsteiger e aver giocato a mini tennis con Kyrgios al Chicago’s Millennium Park davanti al “the Bean”, si è fatto pomeriggio e allora via di nuovo a bordo del jet privato in direzione Miami.

Martedì allenamenti, mercoledì mare, poi ancora allenamenti ed eccolo lì, giovedì pomeriggio di nuovo davanti alla stampa per la consueta conferenza pre-torneo.

Di solito ci vogliono alcuni giorni per riprendersi da un weekend a così alta intensità. Inoltre, indipendentemente da quanto siano stati faticosi i match, ho dovuto superare anche la delusione dal punto di vista emotivo, che è anche quella molto stancante. Per fortuna a Chicago non è stato faticoso: ho passato solamente quattro ore a terra, ed è stato divertente. Martedì mi sono allenato ed avevo altri impegni, mercoledì invece non ho fatto nulla, sono andato alla spiaggia ed in piscina. Ho dormito molto, oggi mi sono allenato, ho rallentato un po’ e mi sento molto meglio”.

Ovviamente sono fioccate le domande a proposito della finale persa. “È stato un match ad alta intensità, sia fisica sia emotiva. Abbiamo avuto qualche discussione con l’arbitro, probabilmente più del solito, ma alla fine è stata solo una partita di tennis, e mi sono divertito”.

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Credit: Joshua Lott, The New York Times

Non ci ho messo molto tempo a superare la delusione, perché sapevo che sarebbe potuta finire diversamente. Sfortunatamente questa volta non ho vinto, ma negli ultimi 14 mesi ho avuto la fortuna dalla mia parte del campo, per cui ci sta che si perda qualche partita”.

La mia più grande motivazione a questo punto della carriera è vincere titoli, rimanere al n.1, rimanere in salute, divertirmi e battere gli altri giocatori. Poi ovviamente c’è altro a cui tengo davvero, la famiglia, gli amici, le cose davvero importanti”.

Il torneo di Miami dal prossimo anno abbandonerà la sua storica sede di Key Biscayne, per trasferirsi all’Hard Rock Stadium, campo dei Miami Dolphins, squadra di football americano della NFL. “Non conosco la nuova sede del torneo – ha spiegato Roger – conosco solo questa. Sarà sicuramente molto diverso dopo, ci vorrà qualche anno per capire se funzionerà o meno, ma spero che sia un successo, specialmente per il pubblico. Al momento lasciare Key Biscayne non sembra una gran scelta, ma sono sicuro che gli organizzatori abbiano le loro ragioni e noi giocatori dobbiamo rispettarle”.

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Roger in allenamento a Miami

Roger domani affronterà in sessione diurna il qualificato Thanasi Kokkinakis. Non è andata benissimo per essere un secondo turno (al primo ha avuto il bye). Il 21enne australiano infatti, dopo aver superato il tabellone delle qualificazioni battendo anche il giustiziere di Djokovic ad Indian Wells, Taro Daniel, ha esordito nel tabellone principale superando nettamente per 6-1 6-2 il francese Calvin Hemery.

Questo il possibile cammino del Maestro in quel di Miami:

2R: Kokkinakis
3R: Verdasco/Garcia Lopez
4R: Carreño Busta/Mannarino
QF: Anderson/Berdych
SF: A. Zverev/Kyrgios
F: Del Potro/Dimitrov/Cilic/Djokovic 

Come tutti sappiamo, l’obiettivo principale di questa settimana è quello di arrivare come minimo ai quarti, per difendere i punti necessari a restare in vetta al ranking. In questo modo Roger rimarrebbe primo fino alla stagione sull’erba, dato che sul rosso Nadal dovrà difendere qualcosa come 4.680 punti.

Guardando i nomi in tabellone, Roger dovrebbe avere un percorso non troppo impegnativo proprio fino ai quarti. Ma le sorprese negli ultimi tempi non sono mancate, quindi pensiamo una partita alla volta.

C’mon Roger! Andiamo a prenderci il novantottesimo!

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