Esordio sul velluto per Roger Federer all’ATP 500 di Rotterdam, che in 47 minuti si sbarazza del belga Bemelmans per 6-1 6-2. Nel dopo partita il Maestro ha poi parlato delle sue sensazioni e della possibilità di tornare in vetta alla classifica mondiale.
Una prestazione da manuale.
Nel primo turno dell’ATP 500 di Rotterdam, Roger passeggia per il campo e, senza neanche sudare, rifila un secco 6-1 6-2 allo sventurato Ruben Bemelmans che non ha avuto nemmeno il tempo di organizzare le proprie idee. Federer approda dunque al secondo turno del torneo, dove ad aspettarlo ci sarà Philipp Kohlschreiber, che fino ad oggi non è mai riuscito ad impensierirlo nelle precedenti 12 partite disputate.
“È stato molto bello riuscire a giocare una partita del genere, con un ritmo così veloce. Oggi ero completamente concentrato”, ha detto il basileese dopo aver concluso il match. E in campo si è visto: Roger ha dominato al servizio con il 91% di punti vinti sulla prima e l’85% con la seconda. Ma non solo, in appena 47 minuti di partita Roger è riuscito a colpire quasi 30 vincenti, commettendo appena 7 errori non forzati. Poco più che un allenamento.
“Mi piace vincere titoli ed essere sul tour”, ha proseguito l’attuale numero 2 del ranking ATP. “Raggiungere 100 titoli da professionista sarebbe meraviglioso, è un numero davvero incredibile. In questo momento sono a 96 e in cerca del 97°. Sto anche cercando di tornare al numero 1 del mondo, il che sarebbe molto speciale. Mi aspettano belle partite, ho buone sensazioni, buone vibrazioni. È sempre necessario porsi degli obiettivi se si vuole avere successo”.
Il sorpasso ai danni di Nadal potrebbe avvenire a breve, a patto di superare questa sera il tedesco Philipp Kohlschreiber e poi uno tra Haase o Griekspoor. “Le ragazze saranno sicuramente entusiaste. Ma non sono sicuro che sappiano che ho la possibilità di tornare al numero 1 questa settimana”, ha detto lo svizzero, ridendo in conferenza stampa. “Questo è più per il mio team e per tutti coloro che mi hanno aiutato a tornare a questo livello. I miei allenatori sono sempre stati con me, nel bene e nel male, quindi sarebbe anche il pieno riconoscimento per loro.”
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