20GER FEDERER.
20 Slam in 20 anni di carriera.
Ormai non c’è più bisogno di aggiungere altro.
20.
L’infinita Leggenda del più Grande Sportivo della Storia è racchiusa in questo numero.
Colui che poco più di 12 mesi fa riscrisse la storia dello sport, aggiungendo alla sua già immensa bacheca quella che sembrava dover essere l’ultima – diciottesima – agognata gemma, aveva già superato i limiti dell’umana cognizione con l’incredibile trionfo ai Championships di Church Road. L’ottavo Wimbledon. Il diciannovesimo Slam.
Quella vittoria venne celebrata ovunque come il raggiungimento dell’Empireo tennistico. La conquista di una vetta inimmaginabile fino a poco tempo prima, con il protagonista che, ad un passo dal baratro, reduce da mille battaglie, aveva raggiunto l’immortalità culminando in un climax agonistico degno di un Eroe epico.
Ma l’Uomo che ha reso il Tennis uno sport planetario, l’Uomo che ha reso il Tennis una religione, ha ulteriormente sbriciolato i propri record.
Roger Federer, a 36 anni e 137 giorni, ha continuato a migliorare se stesso.
Ma il cammino non è stato facile. La 30esima finale Slam della sua carriera ed il sogno di raggiungere i 20 titoli hanno esercitato una grande pressione anche su uno come lui. “Mi sono svegliato alle 7 di mattina e tutto il giorno, ogni minuto, non ho fatto altro che pensare ‘cosa succede se vinco?’ ‘e cosa succede se invece perdo?’ Giocare una finale di sera è complicato: a Wimbledon ti alzi e vai in campo, qui devi aspettare fino alle 6, tutta una giornata, e io da trentasei ore ormai non facevo che pensare a quanto sarebbe stato straordinario vincere il ventesimo Slam, e a quanto invece sarebbe stato orribile perderlo. Mi stavo consumando”, ha confessato Federer subito dopo la finale.
E questo è ciò che lo rende ancora più amato. Il fatto di essere il Supereroe umano, che piange, che si emoziona e che alla fine della cavalcata non si trattiene. Come un ragazzo che vince il suo primo torneo.
“Mi sono ritrovato subito in vantaggio e ho pensato ‘adesso non incasinare tutto, non incasinare tutto, non incasinare tutto. Quello è proprio il momento in cui incasini tutto”.
E infatti, come la finale di un anno fa, quella irripetibile contro Rafa, anche questa volta il Re si è trovato ad un passo dal baratro. E lì, sul 6-2 6-7 6-3 3-6, con l’inerzia del match che sembrava essere passata ormai dalla parte del gigante croato, trovandosi a fronteggiare una palla break pesante come un macigno, Roger non ha mollato. Roger ha tenuto in piedi il suo sogno respingendo Cilic con la testa prima che col braccio, per poi piazzare subito dopo il break del campione ed ergersi verso il traguardo.
20 SLAM.
VENTI. E se il numero da solo non rendesse ancora abbastanza l’idea, ciò significa che Roger Federer ha vinto il 10% dei Major giocati nell’era Open. Sono numeri che fanno impressione solo a scriverli. E che forse non si riescono ancora a comprendere appieno.
“Non immaginavo di poter vincere ancora dopo l’anno scorso. Ci metterò del tempo per realizzare completamente quello che sono stato in grado di fare. Stamattina quando ho acceso il telefono avevo il doppio dei messaggi rispetto al solito. Forse 20 significa qualcosa dopo tutto…”
“Questa è la conclusione di una favola, uno sogno che si realizza”, ha confessato il Re emozionato dopo aver ricevuto la coppa del suo sesto titolo a Melbourne. “Continuo a divertirmi, qui in Australia, è un viaggio bellissimo. Siete voi ragazzi – ha poi detto rivolto al pubblico, con la voce rotta dal pianto – voi che riempite gli stadi, voi che mi fate emozionare, che mi spingete ad allenarmi ogni giorno… grazie di tutto.”
No Roger. Qui ti dobbiamo contraddire. Siamo noi, fedeli adoratori, che dobbiamo ringraziarti. Perché ci fai stare svegli la notte, ci fai ridere, piangere, gioire e urlare per un tuo gesto magico. Perché, ogni volta che andiamo in campo anche noi, ci mettiamo la tua maglietta e sogniamo di essere un pochino come te. Perché proviamo a ripetere una demi-voleè, una smorzata, un controbalzo, un back di rovescio o un dritto in corsa. E se nel nostro piccolo ci riusciamo, urliamo ‘Roooogeeer’.
Grazie per continuare ad ispirarci.
La Leggenda continua…
#ThereIsNoFinishLine
#BEL1EVE
Questo articolo mi ha fatto commuovere.
Forse è l’argomento in sé o forse è esattamente quello che avrei scritto io per celebrare il vero “Highlander” del tennis mondiale.
“Ne rimarrà solo uno”….
E’ rimasto lui, il migliore, il più grande di tutti come atleta e come uomo. ROGER THE KING
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