Ancora una volta è lui a trionfare. In questo incredibile 2017 sta quasi diventando una routine. Roger, al termine di una battaglia di due ore e mezza contro Juan Martin del Potro, alza per l’ottava volta la coppa nella sua Basilea e raggiunge quota 95 titoli ATP. Ogni aggettivo è ormai superfluo.
Leggenda? Infinito? GOAT? Li abbiamo già pronunciati tutti. Se qualcuno ha in mente qualche vocabolo che possa esprimere al meglio l’essenza di Roger Federer ce lo faccia sapere. Noi abbiamo finito le parole.
Ma forse è giusto così. Lasciamo che sia il campo a parlare, lasciamo che siano i suoi gesti a descriverne la grandezza.
La finale disputata contro Juan Martin del Potro, la sua bestia nera in quel della St. JakhobsHalle ed unico ad essere riuscito a batterlo negli ultimi sette anni (2012 e 2013), è stata una vittoria di testa, oltre che di braccio e di gambe.
Nonostante le molte occasioni avute infatti, Roger era andato sotto di un set perdendolo sciaguratamente al tie-break e sotto di un break subito in apertura del terzo. Ma è in quei momenti che si giudica il fuoriclasse.

Roger ne è venuto fuori e, col punteggio di 6-7(5) 6-4 6-3, ha abbattuto il gigante di Tandil e ha innalzato sotto il cielo della sua città natale l’ottavo trofeo, settimo di questa grandiosa stagione e novantacinquesimo in carriera. Provate a girare il numero 8, ne verrà fuori ∞, il simbolo dell’infinito. Ora il Re si erge da solo al secondo posto nella classifica dei più titolati della storia, dietro solo a Jimmy Connors che, per arrivare a quota 109, ha però disputato diversi tornei minori.
Grazie ai 500 punti guadagnati lo svizzero è ora a 1460 lunghezze dall’amico Rafa, ma questo sembra – giustamente – non influenzarne le decisioni. Roger in questa fase della carriera ha altre priorità e le sue scelte sono come sempre dettate dall’attenzione al sano mantenimento fisico.
“La cosa peggiore che io possa fare ora sarebbe inseguire il numero uno, sia mentalmente che fisicamente. Devo rispettare la mia età, il mio corpo ha bisogno di riposare”.
Roger infatti, dopo il trionfo casalingo, ha annunciato la sua rinuncia al Masters 1000 di Parigi Bercy. Decisione già nell’aria da diversi giorni, nonostante l’urna francese gli avesse già regalato un tabellone decisamente favorevole.

Ma sarebbe un errore dire che Federer non abbia mai pensato al ranking. “Sì ci ho pensato, ma ho dovuto toglierlo dall’equazione e chiedermi cosa avrei fatto a prescindere dalla classifica. Forse, se fossi stato più vicino nel punteggio, ci sarei andato, ma sono abbastanza lontano da Rafa. Voglio evitare di farmi male, rischiare di affaticarmi ancora in vista di Londra. Magari potrei giocare a Parigi e mancherei Londra, di nuovo, è un effetto domino”, ha dichiarato Federer in conferenza stampa.
“Rafa merita pienamente il numero uno. Ha giocato una stagione completa, con grandissimi risultati. Ora spero di avere almeno 3 giorni di riposo, farò un po’ di palestra e poi voglio andare a Londra presto.”
L’obiettivo ora è un altro. Il numero uno non lo si vede solo dalle cifre.
Andiamo a conquistare Londra per la settima volta.
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