Sapete qual è il segreto della longevità di Roger? Si chiama Pierre Paganini. Il preparatore atletico di Federer, da sempre al fianco del Maestro, ha spiegato in un’approfondita intervista ai giornalisti del Tages Anzeiger come procede la preparazione fisica del Re.
Manca poco più di un mese al tanto agognato rientro in campo del Re del tennis (anzi, se contiamo l’IPTL, un mesetto giusto!) e la sua assenza si fa sempre più pesante. Allora cerchiamo di fare un po’ il punto della situazione riportando qui di seguito una parte della lunga intervista concessa da Pierre Paganini al giornale svizzero.
“Abbiamo cominciato la riabilitazione il 27 agosto, circa quattro settimane dopo la decisione di interrompere la stagione. Naturalmente, all’inizio abbiamo lavorato in un modo diverso. Le prime tre settimane sono state di fisioterapia. Abbiamo fatto tutto passo dopo passo – e per ogni step ci siamo presi anche più tempo di quanto sarebbe stato necessario, solo per precauzione.”
In ottobre Roger ha confermato di essere in linea col programma. È vero?
“Finora siamo totalmente allineati al calendario e, soprattutto, siamo tutti molto felici. Ma siamo anche molto cauti e attenti. Perché non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un tennista che ha giocato davvero tanto nella sua carriera. Anche se ora l’attenzione è sul ginocchio, non bisogna dimenticare il resto del corpo. Dopo 1300 partite ci sono alcuni segni di usura, è normale.”
Il ginocchio può guarire completamente?
“Ovunque ci sia stato un trauma, quella parte non potrà mai tornare ad essere come quando siamo nati. Ma Roger negli ultimi 16 anni ha già lavorato, e vinto, anche con infortuni. Tutto è nel range della normalità. Siamo sulla strada giusta e dobbiamo semplicemente guardare avanti in questa direzione.”
Ci sono già stati test duri?
“Al termine di ogni step di allenamento, ci sono dei test. In questo senso, ne abbiamo già fatti diversi: per quanto riguarda il fitness, per esempio, siamo già andati, in una certa misura, al limite, sia in termini d’intensità che di complessità.”
Ma la parte più importante del vostro lavoro con lui è terminata?
“D’ora in avanti i coach saranno ovviamente molto più coinvolti rispetto all’inizio, quando lavorava solo con me o Daniel. Anche se tutta la squadra sarà comunque insieme, ora Roger sarà sempre di più sul campo. Per quanto riguarda il numero di allenamenti, dall’inizio di dicembre andremo a diminuirli sempre di più. Anche se le prime due settimane saranno ancora di training, diciamo per mantenere la forma.”
Il ritorno è in programma per i primi di gennaio a Perth, in Australia. Quando è prevista la preparazione finale?
“Inizia ora, e durerà fino alla fine dell’anno. La gran parte della preparazione finale si terrà a Dubai. (…) Per quello che ho visto finora, sono molto felice. Ma è come in una partita di calcio: al 70′ è ben lungi dall’essere finita. E a volte gli ultimi minuti sono decisivi. Credo che le ultime cinque settimane saranno le più importanti per lui. Ma io sono un tipo che preferisce non dire nulla prima di avere tutte le informazioni. E per ora non le abbiamo ancora.”
Gli appassionati di Federer devono preoccuparsi?
“No, no, sarebbe sbagliato. Ma ora ogni passo è molto importante. Come ho detto, siamo davvero sulla strada giusta. E cosa ancora più affascinante per me è vedere come Roger affronta ogni piccolo progresso e, quindi, la fiducia che ha per il passo successivo. È incredibile quello che sta facendo ora, a 35 anni, dopo una carriera come quella che ha avuto. Roger non deve più niente a nessuno, ma lavora ogni giorno come se si sentisse un po’ in colpa. Lavora così forte, così intensamente e allo stesso modo con un tale facilità. Devo ammettere che è semplicemente unico. E non parlo solo da allenatore, ma come persona.”
Molti avevano paura che, vedendo quanto è bella la vita senza il tennis, potesse non tornare più.
“Posso garantire una cosa: la sua passione per il tennis è incredibile, forse ancora più grande di quanto avessi mai pensato. Se uno come lui, che ama così tanto giocare a tennis ma è fuori da più di sei mesi, ogni giorno entra in campo per allenarsi con un sorriso, allora vuol dire che questa è più di una passione. Soprattutto all’inizio, quando gli allenamenti erano monotoni e prevalentemente riabilitativi. È unico nel suo genere. Ora sono passati, ma pensando ai momenti che ha dovuto superare, ciò che ha fatto è terrificante.”
“Molti atleti a questa età, o addirittura prima, perdono gli stimoli. Roger a 35 anni fa tutto come se ne avesse 25, vi assicuro. Altrimenti, se non avesse avuto più voglia, avremmo già tutti finito.”
Fonte: http://www.tagesanzeiger.ch
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