L’occasione era quella giusta, forse questa volta più che mai, di raggiungere il tanto agognato ottavo Wimbledon e 18esimo Slam. Purtroppo però non è andata come molti di noi speravano.
Qualcosa è andato storto e quel dodicesimo gioco del quarto set è stato fatale. Non credo sia stata tanto una questione fisica, certo indubbiamente ha contato, ma il vero crollo a quel punto è stato mentale. Quei due doppi falli di fila, in un game in cui si era avanti 40-0, avranno pesato come un macigno nella mente di Roger per tutto il quinto set e sono certo che siano ancora lì nella sua testa anche oggi, a giorni di distanza. “Inspiegabile” è stata la sua analisi.
Le parole di Sampras gli saranno riecheggiate nel cervello per tutto il quinto set: “Sei forte come la tua seconda palla di servizio” gli aveva detto qualche tempo fa. Lo stesso Roger – ironia della sorte – le aveva appena ricordate nella conferenza stampa dopo il match con Cilic quando, parlando del servizio, si faceva rifermento agli zero doppi falli commessi in tutta quella lunga partita. Federer era addirittura arrivato in semifinale avendo commesso solo 2 doppi errori in tutto il torneo.
È difficile ora non pensare a quello che sarebbe potuto essere, a come avrebbe giocato il tie-break, alla finale con Murray o al fatto che forse se la sarebbe giocata meglio del canadese. Lo sport non è fatto di ipotesi.
Ormai è tutto passato. Adesso è il momento di guardare avanti verso il prossimo obiettivo. Toronto, Rio, Cincinnati e perchè no, New York.
Consapevoli del fatto che – comunque vada – saremo ancora lì come se nulla fosse successo, a soffrire come sempre, con il cuore a mille, nella spasmodica attesa di godere di un’altra inimitabile perla che ci possa fare dimenticare tutto il passato, tenendoci accesa la passione per questo sport.
Grazie Roger. Grazie per averci provato fino all’ultimo, per averci fatto sognare anche questa volta, per continuare a credere nelle passioni.
Grazie per averci regalato altri “momenti Federer” come questo.
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