Dopo 65 Slam consecutivi, la schiena del Re ha deciso di porre fine ad uno dei più impressionanti record dello sport contemporaneo.
Sono passati 17 anni da quell’ultima volta. In quel periodo Roger Federer era solo un ragazzino appena maggiorenne con i capelli ossigenati e non furono in molti a fare caso alla sua mancata presenza allo Slam americano, distratti da un forfait molto più importante: quello di Pete Sampras. Il caso vuole che – anche quella volta – fu la schiena ad impedire all’allora numero uno del mondo di partecipare alla 118esima edizione degli US Open.
Il circuito ATP a quel tempo era un’altra cosa. Queste erano le prime dieci teste di serie del tabellone:
- Pete Sampras
- Andre Agassi
- Evgenij Kafelnikov
- Patrik Rafter
- Tim Henman
- Gustavo Kuerten
- Todd Martin
- Greg Rusedski
- Carlos Moyá
- Marcelo Ríos
Quella fu un’edizione molto particolare. Alla fine di 5 lunghi set contro Todd Martin, il torneo venne vinto da Agassi. Andre poté così tornare in vetta alla classifica mondiale, scavalcando l’amico/nemico Sampras e continuando ad alimentare una delle rivalità sportive più avvincenti di sempre.
Era il 1999. 17 anni sono – tennisticamente – un’era geologica.
In quel periodo tutto era diverso. Internet era da poco sbarcato nelle case dei più fortunati e, attraverso quei modem gracchianti a 56k, ci occupava le linee telefoniche. Le boyband invadevano le classifiche radiofoniche di tutto il mondo: Justin Timberlake era solo un membro degli ‘N Sync, mentre Robbie Williams aveva appena lasciato i Take That. Se avessimo acceso MTV, probabilmente avremmo visto il video di debutto di una giovanissima Britney Spears “Baby one more time”.
Nel ’99 la Apple aveva appena fronteggiato una crisi economica che aveva messo a dura prova la sua esistenza. Solo due anni prima, Steve Jobs era stato richiamato in azienda dopo esserne stato allontanato. Era difficile immaginare quello che la società sarebbe diventata e ci sarebbero voluti ancora due anni prima che l’iPod venisse inventato.
Wikipedia, Facebook, i social network e gli smartphone semplicemente non esistevano.
17 anni fa, la skyline di New York era ancora dominata dall’imponenza architettonica delle Twin Towers. L’11 settembre un incubo inimmaginabile. Nessuno si aspettava ancora di dover fronteggiare lo scoppio di una bolla immobiliare che si trasformò in quella crisi che ha messo in ginocchio l’economia mondiale.
Molte cose sono cambiate da quell’anno, in meglio e in peggio, ma una costante è rimasta invariata: Roger Federer ha sempre partecipato a tutti i tornei del Grande Slam. Ogni anno. Per 17 anni.

Veramente molto interessante ! E’ vero, non ci si pensa mai. Il mondo è cambiato in poco tempo. Bisognerebbe riflettere su tante cose, ma su una c’è poco da riflettere…. Il numero 1 è sempre lui !!
RE ROGER !
A proposito. Ieri mi sono rivisto la finale del Roland Garros del 2006 dove un giovane Nadal sconfigge, per la prima volta in uno Slam, il RE al tie break del 4º set.
Già allora un grande tennis……. Nadal un atleta eccezionale, ma Federer un artista della racchetta. Sebbene battuto, il RE esce da vincitore per il valore del suo gioco.
Lunga vita al RE !
Walter
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